La Peste a Firenze

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La Peste a Firenze

La pandemia globale vista attraverso un filtro storico. Scopriamo come la città di Firenze ha reagito davanti alle pestilenze che l’hanno colpita nel corso dei secoli.
Con un approfondimento sull’arte, la società e la cultura del passato e del presente.

DESCRIZIONE

La pandemia di Covid-19 che dal 2020 ha colpito il mondo intero, ha senza dubbio stravolto le nostre vite. Molti hanno paragonato questo anno a quello che nell’immaginario collettivo è l’annus horribilis: il 1348. Una data che è ricordata per la peggiore pandemia nella storia umana: la peste nera. Questa fu la prima grande pandemia nella storia europea, un evento che falcidiò circa la metà della popolazione del tempo.

Quella del 1348 non fu che la prima di numerose ondate di peste che ciclicamente colpirono Firenze e la Toscana: nel XV secolo, ai tempi di Lorenzo il Magnifico, nel 1524 quando il grande Pittore Pontormo si rifugiò nella Certosa del Galluzzo, fino all’ultima, quella del 1630, in un’epoca di profonda crisi economica e finanziaria.

Questo itinerario ci porterà alla scoperta delle conseguenze della peste e della sua persistente ciclicità, scopriremo quale fu la risposta delle istituzioni fiorentine, i cambiamenti sociali, economici e politici che questa determinò nel corso dei secoli.

La società e la vita comune dei fiorentini del passato subirono drastici cambiamenti per adeguarsi alle regole di carattere igienico-sanitario, di controllo e di ordine pubblico via via imposte nella Firenze repubblicana a quella medicea.

Scopriremo i rimedi proposti dalla medicina dell’epoca, sia le soluzioni per noi bizzarre, come l’utilizzo dell’acqua di rose per purificare l’aria o l’impiego di pietre ritenute miracolose, ma anche i protocolli sanitari non molto diversi da quelli anche noi abbiamo recentemente sperimentato.

In un contesto dove religione, superstizione, scienza e conoscenza si intrecciano in un continuum affascinante, incontreremo Boccaccio, la bella Ginevra, ascolteremo la testimonianza del celebre storico Villani e quella del pittore Pontormo.

Per finire, scopriremo l’origine del nome di alcuni luoghi, l’introduzione di un antenato del passaporto vaccinale e la nascita di alcune fra le più importanti istituzioni di carità e di assistenza, ancora oggi riferimento costante per la città sia da un punto di vista sociale che culturale.

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